lunedì, novembre 07, 2005

Politiken 02


Foto : Ilheu (Azzorre, Portogallo)
© stella di satana, Posted by Picasa


Ogni giorno che passa, mi riconosco sempre piú nelle iniziative programmatiche di una certa parte, in alcuni casi anche contro la mia volontà.
Trovo altresí una sorta di "conforto ideologico" nelle pagine di Liberazione on-line. Leggo e mi sento meno solo. Per esempio (ri)scopro l'ordine del giorno 38/04 del Comune di Roma, di cui si parla qui :

http://www.liberazione.it/notizia.asp?id=3790

Ma soprattutto nella lettura della rivolta francese di questi giorni che si può leggere qui nell'intervista all'On. Fausto Bertinotti :

http://www.liberazione.it/notizia.asp?id=3792

Ne riporto un brano significativo :
" (...) Conflitti. Si possono ascrivere a questa voce le rivolte che stanno infiammando le banlieu parigine?
No, non mi pare. E sotto che voce le inseriresti? Credo siano una spia, un'altra drammatica spia della crisi di civiltà che stiamo attraversando. Una spia, un'altra drammatica spia di quanto vasta e profonda sia la crisi della politica. Insomma, voglio dire che laddove la politica non arriva, laddove non è in grado di inserirsi o di proporre un conflitto con una controparte, ecco che trova spazio la ribellione distruttiva. Lo chiamo conflitto orizzontale: contro tutto e tutti.
La soluzione?
Quelle prospettate, le misure repressive, sarebbero sbagliate, sbagliatissime. Oltre che inefficaci. Perché anzi, darebbero a quella ribellione prepolitica, un obiettivo sul quale catalizzarsi, concentrarsi. Esattamente come avviene negli stadi, dove tante curve urlano solo il proprio disagio, il proprio malessere. Lo urlano a tutti, contro tutti. Salvo poi concentrasi contro qualcuno, quando questo si manifesta. No, purtroppo, anche se più lenta e difficile, non c'è alternativa al ritorno in campo della politica. L'unica in grado di fronteggiare il tuo "competitore".
Scusa a chi ti riferisci?
Lì, nelle banlieu parigine, al fondamentalismo. Perché l'arrivo di concezioni filosfiche e religiose sul terreno secolare, sul terreno della secolarizzazione, ti racconta solo del deficit di politica. Lì, una concezione religiosa e trascendente non dà, non può dare risposte sul quotidiano, sull'agire. Ma ti regala un'identità. La stessa che la politica, questa politica così pigra, non è in grado di disegnare.
Parli di politica ma in realtà stai parlando della sinistra. Non è così?
Sì. Della sinistra, e diro di più: della sinistra radicale, della sinistra anticapitalista. L'unica credo che voglia e possa diventare un'interlocutrice di chiunque si trovi fuori dai processi di accumulazione. L'unica che può e deve presentarsi nelle banlieu.
In che forma?
Il punto è proprio questo: il ritorno della politica deve avvenire con forme da reinventare. Con loro. Siano i ragazzi delle banlieu siano i disperarti italiani dei call center. Non farlo, significherebbe non aver capito cosa sta avvenendo attorno a noi. La crisi di civiltà non è lontana. Ne parla lo tsunami, ne parla la tragedia di Katrina a New Orleans. Ne parlano le banlieu incendiate.
di Stefano Bocconetti (lunedì 7 novembre)"
Interessanti anche le parole di tale Jacques Le Goff , lette su :
che offrono una lettura interesante del fenomeno, affrontandola in termini globali :
" (...) Sono "organizzati" questi giovani, come sostengono le autorità?
"Non credo. Si tratta piuttosto di fenomeni di contagio, di imitazione, che fanno sì che le violenze si propaghino all'interno della regione parigina".
Come andrà a finire?
"Sono ottimista e ma anche pessimista: ottimista perché non credo che si arriverà a una violenza generalizzata; pessimista perché le cause profonde del disagio di questi giovani dureranno ancora a lungo, almeno fino al 2007, ovvero fino a quando al potere ci sarà Chirac. Fino a quella data, lo stato sarà incapace di trovare soluzioni adeguate".
Da Rio a Nairobi e da Parigi a Roma? Crede che un giorno non troppo lontano si parlerà di mondializzazione della violenza nelle periferie?
"Può darsi. Ma al momento quello che accade nelle favelas brasiliane è molto diverso da quanto accade nelle banlieues parigine. Ma non possiamo escludere che queste differenze vadano assottigliandosi".
Non pensa che nell'era della televisione uno dei motivi che spingono alla devastazione e al saccheggio sia quello di apparire in video?
"Sicuramente. Credo tuttavia che nelle periferie parigine la violenza non sia un fine ma un mezzo: è lo strumento di rivendicazione per portare i problemi di una generazione sulla pubblica piazza".
(7 novembre 2005) "

۞ stella di satana