martedì, novembre 22, 2005


Foto : cartello stradale in Spagna

© stella di satana, Posted by Picasa






Oggi riflettevo nuovamente sui mezzi di trasporto collettivi. I mezzi di trasporto collettivo sono il luogo ideale di appostamento per l'osservazione dell'umanita', o almeno dei suoi ceti inferiori di cui orgogliosamente faccio parte.



Oggi ho preso l'autobus e sono entrato in un ghetto. A stento impediro' al mio cervello di librarsi sul bordo di un'ulteriore divagazione etimologica attorno al veneziano termine "ghetto".



Mi voglio dedicare all'inutile arte dell'osservazione dell'umanita', cara a menti limitate ma curiose come quella del sottoscritto.



Oggi - dicevo - ho preso un autobus fuori dal normale orario. NOn che cio' cambiasse qualcosa, ma lo volevo segnalare come mero dato cronologico. Mi sono fermato presso gli stands della Fiera di padova per assaporare i sapori delle Regioni italiane. E' stato disarmante ma costruttivo osservare i prodotti gastronomici italiani decantati da gestori di stand che nulla avevao a che spartire con la regione di provenienza dei prodotti; quasi come le mozzarelle altoatesine che divoravo quando vivevo a Valencia.



L'autobus era uno di quelli snodabili (nella mia mente contribuiscono a evocare immagini del secondo Dopoguerra) e lo snodo o cerniera fungeva - meglio di un parallelo - a ripartire le razze del pianeta : ricordo di un passeggero che, avvicinandosi alla zona retrostante del mezzo (sulla quale mi affacciavo, NdR) ha deciso di tornare indietro : probabilmente aveva avuto la sensazione di trovarsi in africa e non aveva gradito.



Io invece ero felice nell'osservare la macedonia di razze cui nell'autobus avevamo dato vita. Un mix pazzesco : c'erano delle signore di colore dall'espressione felice, quasi compiaciute del fatto di avere un ruolo - per quanto marginale e modesto - nella compagine dell' "Europa pacificata" piú volte evocata nella stampa universale. Una di loro aveva un'acconciatura che ricorda foto della Louisiana degli anni '40 : l'epoca in cui la democrazia iniziava a non sembrare piu' uno spettro da rivista borghese "bianca".



C'ero io, prototipo dell'imbronciato cittadino europeo che aveva demandato, - castrandola - il potere universale della musica a due misere cuffiette da lettore Mp3. Piu' in fondo sedevano i protagonisti di queto racconto da quatro soldi, frutto di una mente frustrata da idee di pseudo-pacifismo intrinse di un tocco di Marx (la mia, sigh!).



Una coppia di soggetti piuttosto insolita : una ultra-quarantenne dell'est-Europa ed un ultra-trentenne nordafricano intrattenevano una conversazione alquanto sincera e, oserei dire (ed immaginare) intima. Al di la' dei loro credo, al di la' delle loro abitudini e tradizione, quei signori parlavano amichevolmente. Si sorridevano con sguardi da complici ed espressioni tenere. Osservavo quei gesti e quel modo di ammiccare fraterno che rivivie dopo decenni di amicizia nei volti delle persone che amo. La mia compagna - psicologa, NdR - mi conferma che le espressioni facciali sono una delle poche cose che l'umanita' condivide in maniera "universale" (da qui la scoraggiante ripetizione del termine in questo post!!!).




۞ stella di satana

Blog di Sara Postacchini http://www.wicca.it/blogs/album/24/0