Appunti di viaggio 05
Ebbene sì, almeno secondo le statistiche del sito web Archiueuro del CNAPPC, Consiglio Nazionale
degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori il 29,3% degli architetti in Europa è
italiano. Uno su 3,41 se preferite. Questo dato si traduce nel territorio italiano con una media
di un architetto ogni 548,8 abitanti. Un dato sorprendente se pensiamo per esempio che nel Regno
Unito abbiamo un architetto ogni 7.413 abitanti, in Francia ogni 3165 abitanti e in Olanda ogni
2039 abitanti. Un primato che se letto in un contesto anomalo come quello italiano, costellato da
un popolo sterminato di geometri e dove la stessa professione è svolta da diverse figure
professionali e da albi obsoleti che permettono la professione anche agli ingegneri elettronici
oltre a quelli edili e civili, cambia i toni passando dalla commedia grottesca alla tragedia
greca. Purtroppo la situazione è oltre ogni ammissibile soglia e se consideriamo i dati degli studenti
iscritti alle Facoltà di Architettura europee vediamo che la tendenza continua a crescere infatti
uno studente di architettura su 2,7 in Europa è sempre italiano. Anche facendo riferimento agli
Stati Uniti le cose non cambiano, anzi! Abbiamo 76000 studenti iscritti contro i 45000
d'oltreoceano che si diventano ogni anno oltre 6000 nuovi architetti in Italia e 8356 negli Usa. Le possibilità professionali sono ridottissime, le parcelle sono ridotte perchè devono competere
anche con quelle dei geometri, e la qualità degli edifici è scadente per la poca esperienza
professionale e l'incapacità delle università nel formare completamente una figura professionale
come quella dell'architetto. Da questo presupposto facciamo un salto indietro e ripartiamo dall'inizio, proprio dalle
università, cercando di capire passo dopo passo il futuro di chi vuole diventare architetto. La
prima domanda è: quanto tempo impiega uno studente di Architettura a laurearsi in Italia? La mia ricerca parte dal sito web del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
(MIUR). Consulto e incrocio i dati statistici ufficiali riguardanti tutte le Facoltà di
Architettura Italiane. Fin dai primi dati generici il quadro della situazione risulta abbastanza
chiaro: disastroso! Per quanto riguarda i fuoricorso il 58% di questi si laurea con almeno 4 anni
fuoricorso. Ovvero ci mette minimo 9 anni al conseguimento della Laurea.Ma questo dato generico nasconde al suo interno diverse realtà. Se da un lato abbiamo piccole
realtà come Ascoli dove l'88,2% degli studenti si laureano con al massimo due anni fuoricorso e
nessuno va oltre il terzo, dall'altro abbiamo facoltà come Pescara che detiene il record negativo
con la stessa percentuale dell'88,2% di studenti fuoricorso da almeno 4 anni!!! Segue al secondo
posto la Sapienza di Roma con l'86%. Al terzo posto troviamo la Federico II di Napoli con l'81,6%
e Firenze al quarto con "solo" il 77,3% di fuoricorso da almeno quattro anni.Queste 4 Facoltà insieme costituiscono il 37,6% della popolazione studentesca di Architetti.
Quindi possiamo dedurre che oltre un terzo degli studenti italiani che studiano Architettura
invecchia nelle facoltà fino almeno ai trent'anni. Solo questo sarebbe sufficiente per renderci
conto di quanto sia grave la situazione. Andiamo a vedere ora dettagliatamente Facoltà per Facoltà
i dati complessivi dei fuoricorso e di quelli in corso che ho sintetizzato in questa tabella.Innanzitutto notiamo subito che le uniche Facoltà che funzionano e che hanno una percentuale di
fuoricorso contenuta entro il 30% (che comunque è un range abbastanza generoso) sono quelle che
hanno al massimo 1000 iscritti, quindi le piccole Università e i distaccamenti. Infatti Le
percentuali maggiori di fuoricorso spesso le troviamo nei grandi atenei con eccezioni come il
Politecnico di MIlano, che è la facoltà con la popolazione maggiore di studenti di architettura e
che ha solo il 23,8% di fuoricorso. Eccezione al contrario è ancora Pescara che nonostante risulti
una medio-piccola Facoltà ha la seconda percentuale più alta di fuoricorso con il 63,6 % solo dopo
Napoli con il suo terrificante 76%. Percentuali che crescono ancor di più se prendiamo in esame
solo i dati della vecchia laurea quinquennale: 87,4% di fuoricorso a Napoli e 79,1% a Pescara.In generale comunque a parte questi picchi terrificanti la situazione è preoccupante. Le piccole
facoltà anche tutte insieme non sono rappresentative a livello statistico e tranne Milano e in
parte Venezia e Roma3 il resto degli Atenei ha oltre la metà degli studenti fuoricorso. Con queste
percentuali la Facoltà di Architettura risulta essere nel sistema universitario Italiano uno dei
fanalini di coda in assoluto, con l'età anagrafica dei laureati tra le più alte con oltre la metà
degli studenti che si laurea tra i 30 e i 34 anni!Le università invecchiano e scoppiano di iscritti, solo il politecnico di Milano conta il doppio
di tutti gli studenti di architettura del Regno Unito con oltre 13000 iscritti contro i 7948
studenti di architetura d'oltre manica. Ogni anno ci sono 3000 iscritti in più nonostante le
lauree triennali stiano in parte contenendo questo andamento. Arriviamo allora intorno ai
tren'anni con una laurea in Architettura e visto che lavoro non c'è si fa un master.Si moltiplicano di anno in anno master sempre più costosi che in alcuni casi sono solo il frutto
di un'operazione di marketing che qualche altro architetto ha inventato perchè anche lui non
riuscendo a lavorare come tale cerca di guadagnarsi da vivere nel sistema della formazione
d'eccellenza. Spesso con altrettanti scarsi risultati. Altro fenomeno e quello dei dottorati nelle
università, altro parcheggio in attesa di futuro impiego, dove al posto di ricerche si fanno le
lezioni per il professore di turno che non ha tempo a sufficienza perchè impegnato nel suo studio.
Quindi ricapitolando dopo dieci anni all'Università o si fa qualche master o si fanno i dottorati
e si arriva ai 33-34 anni. Ancora senza guadagnare un euro, anzi continuando ad "investire" su se
stessi. A conti fatti sono usciti dal portafoglio decine e decine di migliaia di euro e ancora non
si vede l'ombra di un quattrino. Le possibilità di lavoro sono scarse per via del soprannumero ed
il sistema legistaltivo con le leggi come la Merloni favorisce i pesci grandi e non da scampo ai
piccoli studi associati. Insomma non c'è nulla da favore.Nel paese degli architetti con la più alta percentuale al mondo di rapporto architetti su abitante
e dove anche un ingegnere elettronico può costruire edifici che altra possibilità c'è? Non
possiamo biasimare troppo quelli che scappano all'estero, quanti sono gli italiani che hanno la
possibilità di arrivare a 34-35 anni senza ancora aver iniziato a lavorare? Il Governo non può
ancora ignorare questa situazione perchè forse è già troppo tardi. Bisogna ripatire dalle
Università e abrogare la Merloni. Non è certo con i condoni che si risolve il problema del lavoro
degli architetti e nemmeno delle finanze delle casse dello stato visto che per portare i servizi
agli edifici condonati costerà molto di più di quello che lo stato avrà incassato".